A Wicked Witch - Matrimonio da sogno
Il grande giorno era ormai arrivato. Gli ultimi mesi erano
letteralmente volati tra un preparativo e l’altro.
Bisognava andare a ritirare le bomboniere per gli invitati e
quelle per i testimoni, ovviamente in due negozi diversi perché la sua amica
Bibi ricercava la perfezione in tutto e la ricerca della bomboniera perfetta
non era stata certo facile. Ma Mia lo sapeva che la sua amica era così e,
nonostante ciò, si era comunque offerta di accompagnarla in questo tour tra ninnoli
raccogli - polvere, tulle colorati e confetti mille gusti.
“Ma non dovresti scegliere le bomboniere insieme al tuo
fidanzato?”, chiese Mia assaggiando un confetto alla stracciatella.
“Lo sai che i ragazzi non ne capiscono niente di queste cose e
poi lui ha detto che si fida di me”, rispose Bibi frettolosamente per
assaggiare subito un confetto viola, “Mmm, frutti di bosco”.
“Ma hai provato quello al limone? Secondo me dovresti almeno
renderlo partecipe delle tue scelte, in fin dei conti è il vostro matrimonio… Tiramisù,
forse dovresti scegliere tiramisù, ma anche zabaglione!”.
Mia si divertiva un sacco con la sua amica e l’assaggio dei
confetti, quei colorati ovetti zuccherini dal guscio croccante e il ripieno
straordinariamente morbido e gustoso, era uno dei momenti più piacevoli per il
quale da solo valeva la pena di entrare e uscire in tutti i negozi della città.
Mia, però, sapeva anche di essersi offerta di aiutare Bibi
nell’organizzazione del matrimonio per un altro motivo: distrarsi dal suo ex!
Certo, non era proprio il massimo vedere la sua amica provare e riprovare incantevoli abiti bianchi che la facevano sembrare una principessa… Mia aveva già adocchiato il suo preferito e sognava di poterlo indossare, così, solo per il gusto di vedersi come una dea… Sì, come una dea era esattamente come si era sempre immaginata Mia fin da piccola, abbracciata al suo papà, con un sorriso radioso e gli occhi lucidi di gioia, avanzare lungo la navata della chiesa a passi tremolanti, un po’ per la grande emozione, un po’ per i tacchi alti.
Certo, non era proprio il massimo vedere la sua amica provare e riprovare incantevoli abiti bianchi che la facevano sembrare una principessa… Mia aveva già adocchiato il suo preferito e sognava di poterlo indossare, così, solo per il gusto di vedersi come una dea… Sì, come una dea era esattamente come si era sempre immaginata Mia fin da piccola, abbracciata al suo papà, con un sorriso radioso e gli occhi lucidi di gioia, avanzare lungo la navata della chiesa a passi tremolanti, un po’ per la grande emozione, un po’ per i tacchi alti.
“Mia, Miaaa, non dirmi che pensi ancora a lui…”, Mia fu subito
richiamata sulla Terra, “Che ne pensi di questo?”.
“Ma Bibi, sarà almeno la terza volta che lo provi. Credo proprio
sia quello giusto”, rispose in fretta Mia.
“Sarà, secondo me lo dici solo per farmi contenta. Mi sa che
torneremo a rivederlo un altro giorno, oggi sei distratta”.
E via dal fioraio a scegliere le decorazioni per la chiesa, per
il ristorante e i bouquet. Due, ovviamente, uno da tenere in mano e, una volta
essiccato, da tenere per ricordo sul comò della camera, e l’altro per lanciarlo
a tutte le ragazze invitate al matrimonio.
“Non sognarti di lanciarlo verso di me!”, disse Mia fulminando Bibi
con gli occhi.
“Dai, lo sai che voglio che tu sia felice. Ti porterà fortuna, è
tradizione…”
“Dimentica, queste cose portano male. Altro che sposarsi entro
un anno, ci si lascia entro un anno ed io sono già single, ti risparmio la
fatica”.
E pensare che quando aveva ricevuto la notizia delle nozze, Mia
era tutta elettrizzata all’idea di fare da testimone alla sua amica e non
vedeva l’ora di mettersi in prima fila per ricevere il bouquet. Ma le cose
cambiarono più velocemente del previsto.
“Vabbè, vabbè, ho capito. Comunque, per me, dovresti iniziare a
girare pagina”.
“Fosse facile, Bibi, più passa il tempo e più ci sono cose che
me lo riportano alla mente. Invece di andare avanti mi ritrovo sempre un passo
indietro, spero che almeno tu starai ben attenta a non farci sedere vicino in
ristorante”, sospirò Mia.
“Dai, domani alle nove rivedremo la disposizione dei tavoli”,
replicò Bibi.
Tutto era ormai pronto, scatoline con il riso, una per ogni
invitato, pronte da portare in chiesa, libretti ritirati in copisteria e legati
con nastrino color lilla, bomboniere già in ristorante, vestito ritirato e
appeso nella vecchia cameretta di Bibi a casa dei suoi genitori, fedi custodite
da un testimone dello sposo, dei fiori se ne occupava direttamente la fioraia,
bigodini in testa perfetti per una notte scomoda e insonne.
Il giorno dopo arrivò in un baleno, neanche il tempo di
addormentarsi che suonò la sveglia.
Il grande giorno era ormai arrivato e Mia stava là, sotto
l’altare, contenta di stare accanto a Bibi così avrebbe dato le spalle al resto
degli invitati e non avrebbe visto lui. Ma Mia non aveva considerato che si
sarebbe dovuta girare durante l’ingresso della sposa… che amica maleducata
sarebbe stata a dare le spalle proprio alla persona più importante della
giornata… e fu proprio in quel momento che lo vide, elegantissimo nel suo
vestito grigio, in mezzo al gruppo degli amici svitati dello sposo! Pensare che
quando si erano conosciuti, a Mia non stava neanche simpatico, troppo fuori di
testa per lei, ma appena i suoi dolci occhi azzurri incrociarono di nuovo, a
distanza di mesi, i grandi occhi marroni di lui, quelli di Mia divennero
immediatamente lucidi. Per fortuna la navata della chiesa non era lunga e Bibi era
già arrivata al suo posto permettendo a Mia di abbassare subito lo sguardo cogliendo
l’occasione per sistemare attorno al pouf il maestoso vestito da principessa della
sua splendida amica.
Tra lei e Bibi sembrava ci fosse in atto una gara a chi
utilizzava più fazzolettini. Mia sperava di non essere notata, ma la scelta del
suo abito color verde smeraldo non la aiutava certo a passare inosservata e
poi, era pur sempre la testimone della sposa. Sapeva che lui la stava guardando
e sapeva che il suo chignon alto che evidenziava il suo collo da cigno, sarebbe
stato apprezzato. Lui le aveva sempre fatto i complimenti quando raccoglieva i
suoi lunghi capelli, ma quell’acconciatura era già decisa da tempo e non certo
per riconquistarlo. Mia voleva solo qualcosa di semplice, raffinato ed
elegante, proprio com’era lei.
La cerimonia giunse al termine e il sacerdote invitò tutti gli
amici sull’altare, attorno agli sposi.
Il fotografo scattava foto ricordo di continuo, tutti ridevano e
si mettevano in posa mentre il resto degli invitati iniziava a uscire dalla
chiesa.
All’improvviso Mia si sentì avvolgere da dietro in un caldo
abbraccio. Non aveva bisogno di girarsi per capire chi fosse, avrebbe
riconosciuto quelle braccia e quel calore anche a occhi chiusi. Mia afferrò le
sue mani e gliele strinse forte per godere ancora di più del suo energico
abbraccio. Delicatamente lui le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò
dolcemente “Promettimi che quando mi sposerai, metterai dei tacchi altissimi!”.
Mia girò leggermente la testa, quanto bastava per guardarlo
intensamente negli occhi e sorridergli complice.



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